Cos'è
Convegno di studi sul Cardinale Pietro Gasparri, ecclesiastico italiano (Ussita 1852 - Roma 1934).
"Vediamo che, pur essendo trascorsi già 90 lunghi anni dalla sua morte, alcune intuizioni, alcune ‘creature’ del Card. Gasparri continuano ad essere perfettamente operative e funzionanti, dimostrando l’acume del porporato di Ussita, che pur le pensò svariati decenni or sono: la Facoltà di Diritto Canonico dell’Università Cattolica di Parigi, di cui Gasparri fu il principale fautore, è tuttora operativa e laurea ogni anno decine di persone; lo Stato della Città del Vaticano, al cui disegno perimetrico Gasparri contribuì fortemente, come plenipotenziario per le trattative sui Patti Lateranensi, è tuttora esistente ed ascoltato in tutto il mondo; il codice di diritto canonico del 1917, o, più precisamente, l’idea della codificazione, che trovò concretezza nel Codex iuris canonici del 1917 e poi, dopo il Concilio, in quello del 1983, è tuttora vigente ed operativo, vieppiù con le recenti riforme del libro VI sul diritto penale, e le riforme sulle nullità matrimoniali, efficaci anche in Italia e dunque di grande interesse.”
Sacerdote dal 1877, insegnò (1880-97) diritto canonico all'Institut catholique di Parigi e pubblicò alcuni trattati, rimasti classici per molti anni. Arcivescovo dal 1898, fu delegato apostolico in Bolivia, Perù ed Ecuador e quindi (1901) segretario della Congregazione degli affari ecclesiastici straordinarî. Sostenitore del progetto della codificazione canonica, vi si dedicò per quasi un quindicennio, prima come segretario e poi come cardinale (dal 1907) relatore della commissione incaricata dell'opera, che giunse a termine con la promulgazione (1917) del Codex iuris canonici, di cui pubblicò le fonti (7 voll., 1923-35, l'ultimo post., completati poi da altri 2 voll.); dal 1917 fu anche presidente della commissione per l'interpretazione autentica del Cod. iur. can. Segretario di stato (dal 1914) di Benedetto XV e candidato di rilievo nel conclave di Pio XI, ne favorì l'elezione e fu confermato dal nuovo papa segretario di stato; in questa veste tra l'altro preparò, avviò e concluse le trattative che portarono ai Patti lateranensi, sottoscritti da G. come plenipotenziario. Per divergenze con Pio XI, dovette lasciare (1930) la carica di segretario di stato. Nel 1933 fu nominato membro dell'Accademia d'Italia per le discipline giuridiche.